Castel di Casio, la cui torre duecentesca svetta ancora indomita in Val Limentra, è stato per secoli un centro di vitale importanza per il controllo e la gestione delle terre di confine tra Emilia e Toscana. Passeggiando per le sue strade, si coglie l’antico impianto medievale e, volgendo l’occhio ai palazzi, si scorgono vestigia di un passato segnato da storie gloriose e terribili, avventurose ed intriganti. Storie di capitani coraggiosi, di processi ed aspre contese, di cinghiali che divengono maiali, di tesori e fantasmi, di misteri ancora da svelare, raccontate in questo libro ricco di curiosità, aneddoti e foto d’epoca. E per condire di buon sugo il mistero, un piccolo enigma: fu Girolamo da Casio il modello per il Giovanni dell’Ultima Cena leonardesca, sulla cui figura si interroga il “Codice Da Vinci” di Dan Brown?
Dal prologo: “…davanti ad un bicchiere di vino insieme a Roberto e Luciano, ad ascoltare Checco che ha l’animo dell’affabulatore e la memoria nitida, o intrufolandoci tra i viottoli del borgo medievale di Casio pian piano restaurato con perizia ed amore per le cose ben fatte insieme a Mauro Brunetti, sindaco entusiasta innamorato, come un antico feudatario, del ‘suo’ Castello, il nostro piccolo libro ha preso vita. Perché questa perla incastonata nell’Appennino bolognese, sovrastata da una torre smozzicata che getta la sua fascinosa ombra sui viottoli e sulle pietre che conservano tracce impareggiabili di un passato importante, lo merita”.