L’autore, partendo dalle sue radici intende aprirsi a un orizzonte più ampio. È come se valorizzare la nostra storia e il nostro idioma, fosse un viatico importante per capire e aprirsi al mondo con le sue differenze, la sua ricchezza e le sue diversità.
Un lavoro che ha il compito fondamentale di salvare i termini e i toponimi di una lingua; ha un valore importante per salvaguardare le tradizioni orali delle parlate del nostro Appennino, per tutelare le nostre radici.
Quindi non una lingua, il dialetto, in contrapposizione ad un’altra, l’italiano, ma due lingue in costante rapporto in un’osmosi di reciproco arricchimento.