Castel di Casio, la cui torre duecentesca svetta ancora indomita in Val Limentra, è stato per secoli un centro di vitale importanza per il controllo e la gestione delle terre di confine tra Emilia e Toscana. Passeggiando per le sue strade, si coglie l’antico impianto medievale e, volgendo l’occhio ai palazzi, si scorgono vestigia di un passato segnato da storie gloriose e terribili, avventurose ed intriganti. Storie di capitani coraggiosi, di processi ed aspre contese, di cinghiali che divengono maiali, di tesori e fantasmi, di misteri ancora da svelare, raccontate in questo libro ricco di curiosità, aneddoti e foto d’epoca. E per condire di buon sugo il mistero, un piccolo enigma: fu Girolamo da Casio il modello per il Giovanni dell’Ultima Cena leonardesca, sulla cui figura si interroga il “Codice Da Vinci” di Dan Brown?
Dal prologo: “…davanti ad un bicchiere di vino insieme a Roberto e Luciano, ad ascoltare Checco che ha l’animo dell’affabulatore e la memoria nitida, o intrufolandoci tra i viottoli del borgo medievale di Casio pian piano restaurato con perizia ed amore per le cose ben fatte insieme a Mauro Brunetti, sindaco entusiasta innamorato, come un antico feudatario, del ‘suo’ Castello, il nostro piccolo libro ha preso vita. Perché questa perla incastonata nell’Appennino bolognese, sovrastata da una torre smozzicata che getta la sua fascinosa ombra sui viottoli e sulle pietre che conservano tracce impareggiabili di un passato importante, lo merita”.
Gabriele Cremonini, bolognese, giornalista, ha scritto e scrive per il teatro, la tv, la radio, la pubblicità e su quotidiani e periodici. Ha esordito come narratore nel 2007 con il romanzo Sputasangue (tre ristampe, premio opera prima Rhegium Julii, segnalato al Presidente della Repubblica, selezionato per il Festival du premier roman di Chambéry), seguito da Bo-stick e CiBò, raccolte di racconti brevi su Bologna, il suo territorio e la gastronomia, e da Maiali si nasce, salami si diventa, scritto con Giovanni Tamburini (due edizioni, la seconda nel 2010 con copertina di Oliviero Toscani). Nel 2009 è uscito il suo secondo romanzo, Amanita, storia di donne diverse tra i monti dell’Appennino e Dove sognano gli artisti, storia dell’Hotel Roma di Bologna. Ha scritto poi con Cristina Tossani e Roberto Golinelli La mia bella Romagnola, storia della vacca di razza Romagnola, e ha curato con Simonetta Monterumici il libro Preziosi legami, che ripercorre la storia dell’orafo Mario Monterumici. Al suo attivo anche il libro Bologna fra le nuvole, storia del fumetto sotto le due torri (2005). Per l’editore L’Arcobaleno ha curato il libro di memorie collettive Le ragazze di Vergato (2009) e scritto con Osvaldo Acquafresca, nel 2010, Il Signore degli schioppi, storia della dinastia armaiola degli Acquafresca di Bargi.
Luciano Bernardini, nato “incidentalmente” a Porretta e vissuto prima a Bologna poi a Formigine (Mo), affonda da sempre le proprie radici a Castel di Casio, vantando un bisnonno che di nome faceva Luigi Elmi e di professione era falegname e a volte anche orologiaio. Grafico, si è occupato di varie iniziative sia sul piano delle tecniche promozionali che nel campo dell’editoria. Appassionato di storia locale, ha collaborato a numerose pubblicazioni su Castel di Casio, come ricercatore e fotografo, curandone per alcune (come Castel di Casio di Dino Presi) anche editing e veste grafica. Ricercatore e studioso di ceramiche antiche, ha al suo attivo parecchie mostre. Ha poi curato alcune rassegne fotografiche, frutto di un appassionata ricerca sull’eccidio di Marzabotto. Oggi che ha molto più tempo per stare nella vecchia casa di famiglia a Castel di Casio, non perde occasione (come per questo nostro libro) di spulciare tra vecchi e polverosi archivi, alla ricerca di tracce importanti da consegnare ad una memoria collettiva.
ISBN: 978-88-97043-09-6
Formato: 14×21
Pagine: 112
Rilegatura: Brossura
Pubblicazione: 2011
Prezzo: € 15,00